Non serve lamentarsi, ma occorre pensare e poi agire

 

Nelle monarchie assolute, il re è sovrano e i suoi sudditi sono soltanto pedine prive di alcun potere. Perciò, quando il re si comporta in modo troppo dispotico ai danni dei cittadini, questi ultimi non possono fare nient’altro che lamentarsi di tale situazione di ingiustizia e sperare che a tale monarca ne succeda uno migliore. Nelle repubbliche democratiche, invece, la Costituzione sancisce che il potere è nelle mani del popolo. Vale a dire, nelle mani di ciascun cittadino che lo costituisce. I rappresentanti del popolo, quindi, dovrebbero essere una specie di dipendenti molto precari della società, al punto da poter essere sostituiti con molta frequenza e facilità, ogni qual volta dimostrino di non essere all’altezza del proprio compito. I cittadini che vivono in una società democratica, quindi, dovrebbero avere meno diritto di lamentarsi del governo rispetto ai sudditi di un monarca dispotico. È vero sì che le cosiddette repubbliche democratiche non sempre sono veramente democratiche come vengono definite, e che in tali forme di governo i cittadini hanno la possibilità di eleggere i propri rappresentanti ma non hanno poi alcun potere di controllo sul loro operato. Ma è pur vero che i cittadini, se sanno usare bene la propria intelligenza, hanno la possibilità di migliorare il sistema. Occorre, quindi, smettere di lamentarsi e agire, sulla base di studi teorici approfonditi e rigorosamente logici ed esatti. Contro lo stato falsamente democratico non bisogna lamentarsi, ma imparare ad organizzarsi per poi agire costruttivamente per cambiare il sistema. A tal fine, vorrei appunto costituire un’apposita associazione. Chi è d’accordo con me potrebbe inviarmi un messaggio di posta elettronica all’indirizzo lp@luigipascarito.it